Un ragazzo come tutti gli altri, non un santino da immaginetta. Ecco come viene descritto Carlo da chi l’ha conosciuto. «Non era il più attento a scuola o il più studioso: era vivace, scherzoso, con un’intelligenza spiccatissima. Carlo amava fortemente la vita, non certo con le caratteristiche standard dell’alunno perfetto o del ragazzo da santino. Era quello che teneva viva la dinamica bella dello stare insieme, laddove oggi i ragazzi mi paiono più cupi», spiega suor Ceroni, che aggiunge: «Sono sicura che, se fosse qui oggi, Carlo sarebbe già passato dalla rete al metaverso, con la capacità di essere pienamente un ragazzo di 15 anni che sa riempire la vita. Non sappiamo chi saranno i santi del terzo millennio e io certamente non sapevo, allora, di avere davanti a scuola un santo. È il Signore che sa e decide: a noi resta il dovere di far crescere ed educare». In altre parole qualche marachella l’ha fatta e qualche nota l’ha ricevuta anche lui…
Eppure questo ragazzo, (nato a Londra il maggio 1991 e morto a Monza il 12 ottobre 2006) aveva chiesto e ottenuto dal suo parroco di Milano di ricevere la prima Comunione già a 7 anni, perché ritenuto pronto. Da quel momento partecipava quotidianamente alla Messa e recitava ogni giorno il Rosario. Non solo: si preoccupava dei poveri che incontrava, preparando in casa “pacchetti” di cibo, con il nome di ognuno da consegnare poi ai bisognosi.
Appassionato di internet sceglie di farne un mezzo per l’evangelizzazione e crea una mostra on-line sui miracoli eucaristici che ha fatto il giro dei continenti essendo stata scaricata da più di diecimila parrocchie nel mondo.
Tra le tante frasi che si ricordano di lui, una sintetizza il suo essere ragazzo di quindici anni pienamente con gli altri, ma assolutamente non come gli altri della sua età: “Tutti nascono originali, ma poi fanno di tutto per vivere come fotocopie”
Poi, però la malattia: leucemia fulminante che lo porta alla morte nel giro di tre giorni. Prima di mori-re disse di offrire le proprie sofferenze per il Papa e per la Chiesa e promise alla madre che le sarebbe stato vicino dal cielo.
Dopo il primo miracolo avvenuto nel 2013 in Brasile ecco il secondo, che viene riconosciuto come guarigione istantanea, completa e dura-tura, ma soprattutto, inspiegabile.
Una giovane del Costa Rica, Valeria, studentessa a Firenze, cade dalla bicicletta e va in coma irreversibile. Tutto accadde il 2 luglio del 2022 e viene trasferita all’ospedale di Careggi dove le diagnosticano un trauma cranico molto grave, per il quale viene effettuato un intervento urgente. Le speranze di vita sono azzerate. La mamma Liliana, sei giorni dopo, si reca ad Assi-si, per raccomandare la figlia al Beato Carlo e passa tutta la giornata inginocchiata davanti alla sua tomba. In serata riceve una telefonata dall’ospedale che la informa del miglioramento improvviso e inspiegabile della figlia: Valeria ha ripreso a respirare spontaneamente, il giorno dopo riprende a muoversi e parzialmente a parlare. Di lì a poco la Tac evidenzia la scomparsa dell’emorragia e Valeria si riprende in poco tempo. A settembre, insieme alla mamma, vengono ad Assisi per pregare sulla tomba di Carlo e ringraziare per il miracolo ricevuto.
“La santità è qualcosa che può esserci dappertutto, in ogni stato di vita” dice il Vescovo di Assisi, Mons. Sorrentino, “perché quando si guarda in alto il cuore si apre e tutto diventa più bello… tutto diventa possibile…”. Anche che un ragazzo come tutti gli altri, divenga Santo… perché sull’esempio di Gesù tutti possiamo esserlo. O, per lo meno, restare originali e non diventare fotocopie.
Don Vinicio

 
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