Nella Chiesa cattolica, per vita consacrata si intende quella forma di vita con la quale i fedeli (chierici o laici, uomini o donne) si consacrano in modo speciale a Dio attraverso la professione, mediante voto pubblico dei consigli evangelici, di povertà castità e obbedienza.
Lo stato di vita consacrata è costituito, quindi, essenzialmente dalla pubblica professione dei consigli evangelici: non dall'azione apostolica, né dalla vita comune, perché, per esempio, alcune persone consacrate vivono a casa propria.
Solitamente la professione dei consigli evangelici avviene all'interno di un istituto di vita consacrata, una società eretta o approvata dalla Santa Sede o dai vescovi: tali istituti, a seconda che i membri pratichino vita comunitaria o no, si distinguono in religiosi o secolari.
Questa è la definizione sintetica di vita consacrata, che abbraccia non solo gli appartenenti al clero o agli ordini religiosi.
Nella nostra cultura tutti hanno qualche esperienza di frati e suore. Appaiono con frequenza an-che nelle fiction di successo. Don Matteo e Che Dio ci aiuti hanno avuto alte percentuali di ascolto. Poi frate Indovino con il suo calendario ci informa da decenni sulle fasi lunari e sui tempi delle semine e delle raccolte. Padre Pio e madre Teresa hanno riscosso una popolarità universalmente positiva.
Vita consacrata significa prima di tutto il battesimo. Chi è battezzato ha accolto la chiamata del Padre alla sequela del Figlio Gesù Cristo, e ha ricevuto il sigillo dello Spirito Santo come un’impronta indelebile. Così Dio ci consacra come suoi figli. Se all’inizio non ne eravamo coscienti, ciò è avvenuto nella fede dei genitori e della Chiesa. Tale consacrazione riceve ulteriori specificazioni nella cresima per la testimonianza cristiana, nel matrimonio per l’amore coniugale e familiare, nell’ordine sacro per il servizio alla comunità.
Nel linguaggio ecclesiale vita consacrata indica però una consacrazione speciale come risposta a una chiamata speciale. Non per l’impegno alla santità, perché quello è dovere di tutti i cristiani. Neppure per la sequela totale di Gesù, perché tutti vi siamo chiamati. Perché allora?
Papa Francesco ha formulato la risposta in modo nuovo e chiaro. La vita consacrata è l’impegno per la santità e per la sequela radicale di Gesù Cristo ma in modo profetico, cioè per ricordare a tutti che alla santità si deve tendere davvero, perché in ogni condizione di vita bisogna seguire Gesù Cristo in modo fedele e indiscusso. Perché tutti i battezzati lo facciano, Dio chiama qualcuno che lo ricordi in permanenza.
Potremmo dire che i consacrati sono quei cristiani che ricordano agli altri cristiani di essere cristiani, e ricordano al mondo che c’è un altro mondo. Questa vocazione e consacrazione è sulla linea del battesimo e della cresima, ma non è la stessa cosa. Comporta una nuova chiamata del Padre, una nuova risposta, una nuova infusione dello Spirito Santo, una nuova missione nella chiesa, appunto la profezia.
La radicalità profetica di questa scelta è espressa con i voti di povertà, castità e obbedienza, che indicano la totale disponibilità per la missione, anche con la vita in comunità, testimonianza di armonia dei rapporti umani. Popolarmente chiamiamo frati e suore, monaci e monache, o religiosi, quelli che fanno questa scelta. Nel loro insieme sono oggi designati col termine di consacrati.
Come la vocazione alla famiglia anche quella alla vita consacrata incontra qualche difficoltà. Di-minuiscono i matrimoni fondati sul sacramento, come scarseggiano le vocazioni alla vita consacrata. È difficile dialogare tra coniugi e tra genitori e figli, ed è arduo costruire rapporti di fraternità nel-le comunità dei consacrati. La fedeltà e l’indissolubilità matrimoniale sono messe in discussione dalla cultura del provvisorio, e la perseveranza nella vita consacrata è minacciata dalla stessa mentalità. La famiglia fatica a far fronte alle esigenze dei cambiamenti in corso, mentre la vita consacrata cerca nell’affanno nuove forme di adattamento.
È bene essere consapevoli che le due strade della sequela di Cristo sono collegate e interdipendenti, e così viverle secondo la vocazione di ciascuno.

Don Vinicio

 
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