Gennaio: la settimana dell'Educazione Oratorio = educare alla fede
Gennaio: la settimana dell'Educazione Oratorio = educare alla fede
Educare alla fede e farlo in oratorio richiede uno sguardo ampio e profondo, una prospettiva lunga in cui un annuncio radicale s’intreccia con uno sguardo di paternità ospitale.
La responsabilità di chi educa in oratorio è quanto mai sbilanciata non sull’esito, ma sulla semina, perché in oratorio i ragazzi, i preadolescenti e gli adolescenti vivono fasi di passaggio e di crescita e non ancora di maturazione. Dobbiamo, però, avere la coscienza di dover costruire insieme ai più giovani basi solide per la fede matura di domani, dando una consistenza, offrendo motivazioni, esperienze e ingaggi che siano il fondamento per un discernimento e una scelta, da compiere da giovani e da adulti, nella quale poter vivere ancora in relazione con il Signore, avendo già provato che cosa significa!
Per il cammino di maturazione che prevede la libertà e l’autonomia di chi sta crescendo, occorre quindi offrire gli strumenti e le competenze che tengano conto di quanto la scelta personale di credere sia sempre più difficile – o quasi impossibile – in un contesto odierno, dove la maggioranza dei propri coetanei, (ma anche delle figure adulte di riferimento…), non è credente. Il ruolo della comunità adulta e la proposta di una spiritualità capace di incidere sulla vita diventano fondamentali.
Senza scoraggiarci, ma interpretando le sfide che la contemporaneità ci pone, ci siamo fermati come educatori di preadolescenti, adolescenti 18 enni e giovani, in questo mese di gennaio sospendendo anche tutti gli incontri di catechismo con i ragazzi di queste fasce di età , a verificare il camino fatto finora e a riflettere insieme sull’impostazione che possiamo darci in oratorio per educare alla fede, tenendo conto di tutto quanto coinvolge la vita dei ragazzi.
Educare alla fede significa chiedersi sempre su quali pensieri, emozioni, azioni puntare e quali siano quelle costruzioni di senso che sono da elaborare insieme ai ragazzi, sapendo di dover attivare con loro ancora una volta un laboratorio della fede.
La fede si comunica innanzitutto se si accetta di “essere in cammino” con la propria di fede, senza considerarsi degli “arrivati”, ma accogliendo ed entrando in questione con le proprie fragilità e i propri dubbi. D’altro canto la fede si comunica se non si è “sfiduciati” ma invece si è convinti che ci sia sempre terreno fertile nella vita dei ragazzi e delle ragazze che incontriamo, tutti, nessuno escluso.
La sfida e la difficoltà di chi educa in oratorio consiste nel tenere insieme le dinamiche di gruppo e il necessario accompagnamento personale, la conoscenza “a tu per tu” fra una comunità educante e ogni singolo ragazzo o ragazza.
Mentre ringraziamo il buon Dio della disponibilità di tanti che si mettono a servizio per prendersi cura della crescita della fede dei ragazzi, sentiamoci tutti coinvolti in una maturazione seria del nostro personale cammino di fede per essere testimoni autentici di Gesù, convinti che con Lui o senza di Lui non è la stessa cosa. I grandi santi educatori che onoriamo nei prossimi giorni, in particolare san Giovanni Bosco, intercedano per noi.