Papa Francesco ci invita a Roma per vivere – con le opere giubilari – un rinnovamento interiore personale e comunitario. Oggi, in un mondo segnato da false certezze, la speranza non delude! Il salmista ci suggerisce al-cune parole per descrivere un viaggio spirituale autentico: «Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore» (Sal 27,14). Possa la forza della speranza riempire il nostro presente, ora! Chiediamoci ancora una volta: Perché nel 2025 andare a Roma per varcare la “soglia della speranza” di una Porta Santa? La speranza non è un’idea, non è un atteggiamento, non è una filosofia, è una persona viva: Gesù Cristo! Noi siamo uomini e donne che possono riscoprire la Speranza che illumina la storia e le vicende personali. Torniamo a “praticare” i gesti semplici della fede cristiana anche nel XXI secolo, l’indulgenza giubilare è la riscoperta per noi – vivi e defunti – dell’infinita misericordia che è la «pienezza del perdono di Dio che non conosce confini» (SnC, 23). Andare in pellegrinaggio, farsi pellegrini, significa riscoprire un cammino di speranza che illumina la vita e apre il presente all’Eternità. Il passaggio della Porta Santa è il cuore del nostro pellegrinaggio: «la casa spirituale è costruita da un tempio di persone», la porta è sempre Gesù: varcare la Porta Giubila-re ci aiuti a entrare nella vita quotidiana e nel mistero di Dio, incontrando negli uomini il volto di Dio che si è fatto uomo.
Ma che cos’è la felicità? Quale felicità attendiamo e desideriamo? Le domande che Papa Francesco ci rivelano le coordinate di una “mappa interiore” per compiere un “viaggio spirituale” che predispone il pellegrinaggio diocesano e gli eventi giubilari (SnC, 21). Sì, tutti sperano: «…nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che co-sa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza». (SnC, 1). Le parole di Papa Francesco ci aiutino a metterci in cammino, insieme! Apriamo la nostra vita e le nostre comunità alla testimonianza del Van-gelo: Vi ho raccontato il Signore Gesù, «perché Lui è il racconto di Dio che fa respirare l’uomo. Anzi ci dona il suo Spirito perché diventiamo uomini e donne capaci di contagiare con la nostra fede. Egli dà fiducia e speranza alla nostra vita». Il pellegrinaggio sia “un canto di speranza” per tutti e sproni a porsi al servizio della comunità umana con la speranza del Vangelo, come la Chiesa Cattolica nel mondo intero, così tutti e ciascuno. I cristiani, infatti, sono chiamati a dare segni di speranza. Il pellegrinaggio sia “un motore spirituale” per rinnovare la vita ecclesiale che dona – con la grazia della carità– un servizio per la pace per il mondo, per trasmettere la vita, che è segno di speranza per le persone che vivono forme differenti di disagio, per i detenuti, per gli ammalati e i loro familiari, per “giovani privi di speranza”, per gli esuli, i profughi e rifugiati, per gli anziani che sperimentano solitudine, per tutti i poveri. Facciamo nostre le parole di Papa Francesco perché il tutto il Giubileo sia «un invito forte a non perdere mai la speranza che ci è stata donata, a tenerla stretta trovando rifugio in Dio». La Vergine Maria e tutti i Santi ci aiutino a percorre i sentieri dello Spirito! Buon pellegrinaggio; il Giubileo sia una bella occasione di grazia per tutti.

Mons. Franco Giulio Brambilla
Vescovo di Novara
 
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