Nel nostro cammino di Avvento, cammino incontro al Signore che viene, ci accompagna la figura di  Giovanni Battista. Il Vangelo di questa seconda domenica di Avvento lo presenta anzitutto oltre che nel suo stile di vita essenziale e povero impegnato in un annuncio importante : Giovanni Battista, uomo del deserto ci richiama ad uno stile di vita sobrio, ad una disciplina rigorosa, alla conversione! Alla conversione da cosa? 
Forse da uno stile di vita un po’ troppo mondano, un po’ troppo poco cristiano e più impegnato ad adeguarsi alla mentalità del mondo, piuttosto che ad essere segno di contraddizione. Piuttosto che mostrare la bellezza dell’originalità e della differenza cristiana (l’unico stile di vita che  a mio avviso può farci assaporare la gioia vera), preferiamo spesso non esporci, tacere, per il quieto vivere….   Per questo ci fa bene essere quest’oggi scossi nel nostro torpore dalla predicazione intransigente del Battista. Egli si rivolge alla gente che accorre a lui sulle rive del Giordano con accenti duri, al limite violenti: "Razza di vipere…" e con la minaccia di tremendi castighi: "La scure è posta alla radice degli alberi…". Possiamo dire che il Battista è un educatore rigoroso, esigente, per niente accomodante. Ma il Battista mi appare un grande educatore non solo per la dura coerenza del suo esempio e delle sue parole. Giovanni è un vero educatore perché  egli sa indicare chiaramente con le parole con le opere il vero Maestro:  Gesù. Giovanni è totalmente relativo a Gesù. Lo hanno compreso bene i pittori che quasi sempre raffigurano Giovanni con il dito indice rivolto verso Gesù. Per questo Giovanni è un vero educatore perché indica il vero Maestro. Un vero educatore non è preoccupato di richiamare su di sé, sulla sua persona, l'attenzione dei suoi discepoli o ragazzi ma piuttosto sulla verità, più grande di lui, che è chiamato a trasmettere. Deve quindi, in una certa misura, rendersi progressivamente inutile perché emerga sempre e solo la verità alla quale l'educatore deve condurre. È tentazione per l'educatore, per il catechista, per l'adulto, per il genitore, anche per il prete proporre se stesso e tendere a creare nei propri figli o nei giovani a lui affidati la propria immagine. È segno pericoloso quando certe leadership sicuramente utili nel cammino educativo determinano forme di imitazione infantile, ricalco di gesti e linguaggi. Giovanni Battista è grande educatore perché non sequestra la libertà dei suoi discepoli ma è pronto a farsi da parte, pronto a diminuire perché l'altro, l'unico vero Maestro cresca. Questo atteggiamento di Giovanni Battista descrive bene quello che deve sempre essere lo stile della Chiesa, comunità che deve continuamente rinviare a Gesù, alla sua Parola. 
La Chiesa ha quest'unica ragion d'essere: svelare sempre più nitidamente il volto di Gesù trasmettendone fedelmente il Vangelo. Anche la Chiesa e in essa la nostra comunità, può incorrere nella sottile tentazione di mettersi al centro dell'attenzione, con le sue strutture e il loro peso organizzativo. E invece la Chiesa, ogni comunità cristiana, deve essere un segno che potentemente, efficacemente indica Gesù. Come Giovanni anche la Chiesa non ha altra ragione d'essere che diminuire perché Lui solo, il Signore, cresca.   
Chiediamo con fede la grazia che ciascuno di noi nel suo stile di vita e con il suo stile di vita annunci Gesù e nessun altro. Cosi la nostra gioia sarà piena. 

Don Simone

 
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