A Natale si è tutti più buoni. E’ una frase che forse abbiamo sentito ma che credo fin da subito non ci abbia convinto del tutto e ci sarà subito venuto da dire: non solo a Natale siamo chiamati ad essere buoni, ma sempre.
E la storia straordinaria di un uomo senza fissa dimora ce lo ricorda in maniera esemplare tanto che Papa Francesco lo ha voluto premiare qualche giorno fa proprio in prossimità del Natale.
E’ un uomo di Roma che purtroppo per varie vicissitudini vive come tanti ai bordi delle strade della capitale e si arrangia come può. Ma la cosa straordinaria è che quest’uomo che vive di elemosine date dalla gente ha deciso da tempo di destinare parte delle elemosine raccolte ad altri uomini e donne che vivono come lui, peggio di lui, sulla strada, senza casa: un povero che aiuta altri poveri.
Papa Francesco ha così riconosciuto a Gian Piero detto Wuè il premio Madre Teresa destinato a chi si è distinto in particolari gesti di carità.
Mi viene in mente il nostro beato don Franceschino o meglio i suoi genitori. Nella biografia del Beato si legge infatti che Franceschino vedeva tutte le domeniche i suoi genitori invitare un povero a casa loro a pranzo. E così Franceschino vedeva ogni domenica questo gesto di carità straordinario compiuto dai suoi genitori con naturalezza e si abituava a vedere la concretezza dell’amore agli altri e realizzata quella pagina di Vangelo che diceva: “Ogni volta che avete dato da mangiare un pezzo di pane a chi aveva fame, l’avete fatto a me”.
Il Natale ci renda allora sì più buoni ma non solo per un giorno ma per tutti i giorni dell’anno.
Accogliamo questo bambino che è nato per noi che ci insegna ancora una volta cosa voglia dire amare con gratuità. Dio ha agito così con l’umanità: l’ha amata fino al punto da inviare sulla terra suo Figlio, fatto come uno di noi per mostrarci ancora più “in diretta” cosa significhi amare davvero.

Don Andrea

 
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