Dammi tre parole, ma non le solite Editoriale di don Andrea
Dammi tre parole, ma non le solite Editoriale di don Andrea
Vent’anni fa circa andava di moda questa canzone durante l’estate, faceva così: “Dammi tre parole: sole, cuore, amore…”.
In questi giorni di ripresa delle normali attività, per i ragazzi c’è ancora una settimana di vacanza e offriamo anche quest’anno la possibilità per le elementari di viverla in oratorio tutto il giorno, mi piace ricercare, soprattutto nella Parola di Dio, quelle parole che ci facciano ripartire e ripartire bene.
Dammi tre parole, non che non siano belle quelle della canzone citata, ma rischiano di essere scontate.
Le parole che vorrei offrire e dare come spunto di riflessione le collego a dei testimoni per dare ancora più verità alle parole stesse. Una prima parola non può non partire dall’evento della beatificazione che questa domenica si celebra in piazza s. Pietro, quella di Papa Giovanni Paolo I. La parola che traggo è: sorriso. E’ stato definito anche così Papa Luciani: il Papa del sorriso. Nei suoi 33 giorni di pontificato, ma anche nel resto della sua vita, ha dispensato a tutti il sorriso, il sorriso di Dio. Quando siamo in pace con Dio e con gli altri, il sorriso è un elemento che affiora sul nostro volto. Pur in mezzo alle difficoltà del suo tempo, il card. Luciani ha sempre affrontato tutto con il sorriso di Dio. Sia così anche per noi in questo tempo di ripresa in mezzo alle fatiche che abbiamo davanti a noi.
La seconda parola la traggo dalla testimonianza di Madre Teresa di Calcutta di cui ricorre la memoria liturgica il 5 settembre. Madre Teresa è la santa della povertà e dell’umiltà. Non ha avuto paura a farsi povera coi poveri pur di aiutarli in tutto e umile, riconoscendosi bisognosa di attingere continuamente all’amore di Dio per continuare la sua missione. In lei agiva Dio stesso, non solo il suo buon cuore e la sua predisposizione. In questi giorni invochiamola perché sappiamo farci carico anche noi nel nostro piccolo delle povertà materiali e spirituali e farlo con umiltà.
La terza parola la traggo dall’esempio del nostro Papa attuale, Papa Francesco. La parola è: coraggio. Il coraggio di questo Papa di esporsi nelle sfide di questo nostro tempo, di non avere paura dei “grandi del mondo”, di sapere sempre rifarsi al Vangelo. Il coraggio di intraprendere anche lunghi viaggi nonostante le sue condizioni di salute non al cento per cento. Il viaggio in Canada a luglio e tra poco in Kazakistan sono il segno del coraggio apostolico di questo Papa che non si ferma per gli acciacchi di salute essendo più forte l’ansia di portare sul posto la parola del Signore.
Ripartiamo dunque anche noi nel nostro piccolo, nelle nostre attività lavorative e pastorali custodendo e vivendo queste parole che diventano atteggiamenti di vita buona: sorriso, povertà e umiltà, coraggio. Buona ripresa!