Andiamo a messa, l’ora si vedrà Riflessione di don Andrea
Andiamo a messa, l’ora si vedrà Riflessione di don Andrea
Lo sentiamo ormai ripetere da giorni: il Natale di quest’anno non potrà essere come quello degli anni scorsi. Con meno persone sedute alla stessa tavola, ridotte possibilità di viaggiare …
La pandemia che ha sconvolto il mondo intero fa cambiare anche il modo di fare festa.
Una cosa però non dobbiamo perdere: il vero significato della festa del 25 dicembre cioè la memoria della nascita di Gesù Cristo, il mistero di Dio che si fa come uno di noi, che viene a condividere la nostra stessa storia e sorte umana.
In questi giorni si è discusso anche sulla possibilità o meno di partecipare alla Messa che la tradizione ci fa celebrare nella mezzanotte di Natale. Il rischio che si intravede è sempre quello degli assembramenti che si creerebbero per questo momento a cui per fortuna ancora tanti fedeli ci tengono. E poi il “coprifuoco” delle 22 non consentirebbe questo.
Di qui la scelta dei Vescovi di far prevedere l’inizio delle Messe in modo da permettere alla gente di essere a casa per le ore 22. Viene sacrificata per un anno la tradizione della Messa di mezzanotte anche se le chiese rispettano i vari protocolli, per puntare sulla prudenza e il senso di comunità, sottolineando come ciò che conta davvero, orario a parte, sia la partecipazione alla Messa di Natale. Se non c’è la Messa di mezzanotte la Messa di Natale vale meno? No, come dimostra anche il fatto che Papa Francesco lo scorso anno ha celebrato in S. Pietro alle 21.30 e Benedetto XVI iniziava alle 22.
Se questo è un Natale diverso allora accettiamo di variare qualche orario senza però perdere il senso della partecipazione attiva alla Messa. Questo vuol dire fare il possibile per esserci in presenza, con le misure di cautela e prudenza che le chiese osservano e sono chiamate a rispettare.
Con la Solennità dell’Immacolata Maria ci introduce all’ultimo tratto del cammino di Avvento per disporre il nostro cuore ad essere grembo di vita nuova, capace di generare fiducia e speranza. Come ha detto il nostro Vescovo attorno a noi non c’è soltanto un’emergenza sanitaria, ma anche un’emergenza spirituale, a cui provvedere. Sentiamoci tutti incaricati di trovare i nuovi vaccini per questo tipo di emergenza spirituale perché il Natale di quest’anno ritrovi nel Figlio di Dio che nasce la sorgente di ogni rinascita.