Mentre ci disponiamo a celebrare le Prime Comunioni nella nostra Comunità Pastorale (questa domenica in S. Rita, domenica prossima in SS. Pietro e Paolo), la chiesa alza agli onori degli altari un ragazzo di 14 anni, Carlo Acutis, morto nel 2006 per una leucemia fulminante e che, dopo il processo canonico, sabato 10 ottobre ad Assisi è stato proclamato beato.


È una bella coincidenza la beatificazione di Carlo con il sacramento dell’Eucaristia che 56 bambini di quinta elementare della nostra Comunità Pastorale si apprestano a ricevere per la prima volta. Sì perché il segreto della santità di Carlo stava proprio in questo legame unico con Gesù eucaristia. Io Carlo l’ho conosciuto, purtroppo solo per un mese circa perché poi si è ammalato ed è morto. Era un adolescente della parrocchia della mia precedente esperienza, prima di approdare a Bettolino. Lo vedevo spesso il pomeriggio entrare in chiesa per una sua preghiera personale e si metteva sulle panche vicino al tabernacolo, e lo fissava, e pregava. Poi dopo la preghiera mi chiedeva: “Don, serve un aiuto in oratorio, hai bisogno che ti sistemi il computer?”.

Per Carlo l’Eucaristia era una sorgente di vita che lo spingeva a donarsi là dove c’era bisogno. In oratorio ma anche a scuola, nel volontariato. Quando a scuola vedeva qualche compagno un po’ giù era il primo a farsi vicino. I compagni che stavano vivendo in famiglia la separazione dei genitori era lui ad invitarli a casa per il ripasso delle lezioni e per condividere con loro questo dolore.

Carlo aveva definito l’Eucaristia come “la mia autostrada per il cielo” e aveva una tale devozione che aveva realizzato, lui appassionato di informatica, una mostra sui Miracoli Eucaristici che fa ancora il giro sul web e aiuta tanti gruppi a riflettere su questo mistero.
Carlo ci fa pensare che diventare santi non è una questione di età anagrafica. Si può diventarlo anche a 15 anni, come lui, seguendo e mettendo in pratica il Vangelo. Carlo amava lo sport, gli amici, i videogiochi ma non si faceva condizionare dalle mode, anche se gli piacevano le cose belle. Era un ragazzo dei nostri tempi che ci ha mostrato e ci mostra ancora come sia bello e praticabile il Vangelo oggi e come possa riempire di gioia la vita di tutti.

Una delle sue frasi famose è stata: “Tutti nascono come originali ma molti muoiono come fotocopie”. La fotocopia anche se nitida non sarà mai come l’originale. Così diceva ai suoi amici di non perdersi a copiare questo o quel personaggio di grido, a non omologarsi alle mode del tempo, ma ad essere sempre se stessi, tirando fuori i propri talenti, mettendoli a disposizione di tutti. Per Carlo se si dovesse imitare qualcuno questi sarebbero i testimoni di carità. Per questo si recava spesso nel convento francescano di via Piave a Milano e conversava con i frati e si metteva a disposizione per i servizi necessari.

Invochiamo il beato Carlo Acuti perché i nostri bambini e  bambine di Prima Comunione possano crescere sul suo esempio facendo diventare l’Eucaristia la sorgente per la loro vita buona.

Don Andrea
 
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